Sappiamo cosa è il vero Yoga?

Sappiamo cosa è il vero Yoga?

Lo Yoga sta diventando sempre più di moda in Occidente e ormai non c’è star televisiva che non ammette di aver migliorato la propria vita con la pratica di questa antica disciplina.

Si pratica Yoga in palestra, in ufficio, nelle scuole, nei parchi. Non essendo contenti, come se 5.000 anni di tradizione non bastassero, ci siamo inventati lo yoga al caldo, lo yoga con la birra, lo yoga appesi come pipistrelli e tante altre fantasiose varianti.

Con tutta quest’energia yogica che respiriamo dovremmo essere tutti immortali e la malattia dovrebbe essere un lontano ricordo. Eppure la realtà è molto distante dal mondo idilliaco tanto decantato negli antichi testi sacri indiani.

Come mai? Dove stiamo sbagliando? In realtà quello che pratichiamo è solo un lontano ricordo del vero Yoga, quello praticato dagli antichi maestri migliaia di anni fa. Con la nostra presunzione e ignoranza occidentali lo abbiamo strumentalizzato, cambiato, snaturato e modellato in base alla nostra vita moderna. Nella migliore delle ipotesi facciamo un lavoro sul corpo con le asana, ma poi finisci tutto lì. Abbiamo ridotto lo Yoga a semplice ginnastica.

Abbiamo quasi scordato l’importanza che va dedicata al pranayama, dedicandogli solo qualche minuto ad ogni incontro, mentre i maestri ci hanno sempre insegnato che il respiro è vita. Per fare un esempio, lo Yoga delle Upanishad antiche (i testi sacri indiani) inizia direttamente col pranayama e ignora completamente gli asana.

Se siamo bravi ogni tanto aggiungiamo la meditazione, anche se siamo ben lontani dal vero significato di questa parola.

Ma abbiamo completamente lasciato da parte tutti gli altri “petali” dello Yoga come descritti da Patanjali: Yama e Niyama (la moralità), Pratyahara (il ritiro dei sensi), Dharana (la concentrazione).

Con queste premesse è naturale che la pratica dello Yoga non ci potrà regalare i meravigliosi doni tanto decantati dalle antiche scritture (dove si mette in relazione lo Yoga con l’immortalità).

Un altro aspetto da non trascurare è il tempo che dedichiamo a questa disciplina. Nella migliore delle ipotesi le lezioni di yoga durano un’ora e si pratica due volte la settimana. Siamo ben lontani dalle dieci ore giornaliere di allenamento che faceva Iyengar (maestro indiano che ha divulgato lo yoga in occidente).

Praticando così poco, e spesso in modo non ottimale, è ovvio che i risultati che possiamo ottenere sono limitati.

Naturalmente è sempre qualcosa e miglioriamo la nostra agilità, la nostra forza, la nostra calma ma sicuramente non apportiamo quei cambiamenti importanti per cui è nato lo Yoga.

Se vogliamo che lo Yoga inizi a farci sentire veramente i suoi effetti è necessario smettere di “fare yoga” ed iniziare ad “essere yogi”. Far diventare questa disciplina il vero scopo della nostra vita, il nostro primo pensiero quando apriamo gli occhi e il nostro ultimo pensiero quando li chiudiamo a fine giornata. Iniziare a comprenderne il vero significato, soprattutto attraverso la lettura degli antichi testi e praticare con umiltà e perseveranza.

2 commenti

  1. Buona sera,
    Riguardo al Vostro articolo, vorrei chiederLe se ci sono dei centri o comunque luoghi in Italia in cui si può praticare tutti i petali dello yoga…cioè come ha detto Lei tutti i suoi fasi, e non solo ASANE per fare la ginnastica.
    Io abito a Brescia, vorrei sapere come posso trovare un posto in cui diventare yogi e non fare lo yoga! 🙂
    Grazie ,spero che mi rispondiate.

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